Chissà quante volte avrai sentito nominare l’espressione “cadere tra le braccia di Morfeo”, frase con la quale scherzosamente s’indica lo sprofondare in un sonno tranquillo e ristoratore.
E che la beautitudine del sonno fosse particolarmente preziosa e importante lo sapevano bene anche i Greci che nella loro vasta mitologia non mancano di accennare a Morfeo.
Probabilmente avrai sentito parlare anche della figura mitologica di Hypnos, delle volte associata allo stesso Morfeo, altre a una divinità differente, ora andremo a fare chiarezza sull’argomento mediante quest’articolo
Morfeo, il dio del sonno
L’aspetto sicuramente più caratteristico su cui porre l’attenzione e al contempo il mito immediatamente da sfatare è quello che, a dispetto del suddetto modo dire, Morfeo non era affatto il dio del sonno, ma quello dei sogni. Sorpreso vero?
In realtà, infatti, Morfeo era il figlio del dio del sonno, di nome Hypnos, e sua madre era Pasithea, la dea del relax e del riposo in senso generale. Noterai immediatamente come la genealogia di Morfeo sia particolarmente azzeccata allo scopo che ricopriva, come se non bastasse sua nonna era Nyx, la divinità della notte, considerata però in modo ambivalente perché la notte poteva essere sì serena, ma anche essere portatrice di sventure e comunque sia di oscurità.
L’albero genealogico di Morfeo inizia a farsi più tetro man mano che lo si percorre ed ecco arrivare lo zio, niente di meno che Thanatos, il dio portatore di morte. Quest’ultima parentela potrebbe apparire quasi fuori luogo se vista con gli occhi della modernità, ma allora il mondo dei sogni era considerato un luogo misterioso, un regno sconosciuto di fantasie, sogni e segreti in cui ogni notte gli uomini sprofondavano così come nella morte.
Andando avanti si scopre come Morfeo non fosse affatto l’unico figlio di Hypnos e Pasithea, aveva infatti 2 fratelli, Fobetore e Fantaso, anche loro divinità i cui poteri si applicavano sui sogni. I 3 fratelli erano conosciuti con l’appellativo di Oneiroi, cioè sogni.
Se ti stai chiedendo se il nome Morfeo sia casuale o meno, sappi che, come in tutta la mitologia, spesso dietro a un termine si nasconde un intero mondo da scoprire e nel caso di Morfeo questo fa riferimento al suo nome che in greco era traducibile con la parola “forme”.
Il senso di ciò è facilmente intuibile, in quanto dio dei sogni Morfeo poteva apparire ai mortali sotto vari aspetti e forme plasmando letteralmente la fantasia dei sognatori. Fobetore dava forma agli incubi, mentre Fantaso a quella tipologia di sogni così irreali, assurdi e popolati di fantasmi che una volta svegli ci lasciano spesso più di qualche domanda o dubbio, ecco, in quel caso è stato Fantaso a disturbare la quiete della tua notte!
Il dio greco del sonno era Morfeo o Hypnos?
Il ruolo di dio del sonno nella mitologia greca spettava a Hypnos.
Era il fratello gemello di Thanatos, il dio della morte, e in quanto tale, pur non essendo terribile come il suo consanguineo, era considerato una delle divinità più potenti che ci fossero, a tal punto che i suoi poteri erano in grado di far addormentare senza alcun problema sia gli uomini sia gli dei gli stessi.
Aveva un aspetto davvero caratteristico, era infatti raffigurato come un giovane nudo in possesso di un grande paio di maestose ali e tra le mani un piccolo ramoscello di papavero, simbolo di riposo e quiete.
Come dio del sonno evidentemente esercitava a tal punto bene le proprie funzioni che si racconta come fosse il figlio Morfeo a doverlo spesso trasportare da un luogo all’altro in quanto preferiva trascorrere le giornate oziando o dormendo.
Si tratta però di una divinità che ha svolto anche un ruolo di particolare importanza durante la guerra tra Greci e Troiani raccontata nell’liade. La moglie di Zeus, Era, ricorre proprio all’aiuto di Hypnos e gli chiede esplicitamente di far addormentare il marito in maniera che i Greci potessero scagliare un attacco ai Troiani.
Alcune curiosità
Se il padre era perennemente impegnato nel provocare il sonno a uomini e divinità, sicuramente non si può dire che il Morfeo se la passasse meglio, dal momento che era considerato uno degli dei maggiormente indaffarati dovendo continuamente occuparsi di plasmare sogni sia per gli uomini sia per gli dei stessi.
I tanti impegni si riflettevano anche nella vita privata se è vero che nella quasi totalità dei miti a lui dedicati Morfeo appare senza una compagna. Comunque miti successivi, forse mossi a pietà, lo videro accompagnato a Iris, la dea dell’arcobaleno.
Sebbene gli Oneiroi fossero divinità sicuramente importanti come abbiamo visto, nella mitologia greca non abbondavano testi a loro dedicati, fu solo con la mitologia romana che seppero guadagnarsi un ruolo di tutto rispetto e principalmente grazie al grande poeta romano Ovidio che ne trattò vari aspetti nella sua opera più grandiosa, le Metamorfosi.