La mancanza di respiro durante il sonno: da cosa è dovuta

A volte non ne siamo consapevoli, altre ci svegliamo con una sensazione di mancato riposo, altre ancora ci svegliamo nel bel mezzo della notte annaspando, con quella strana sensazione di mancanza di respiro e non sappiamo perché.

Le cause e motivazioni possono essere molteplici, e di seguito esploreremo le varie ipotesi legate alla mancanza di respiro durante il sonno. È importante fin da subito sottolineare come la dispnea (termine medico per definire il risveglio senza fiato) è un avvenimento piuttosto comune, ciò nonostante può rimanere un’esperienza spaventosa.

La mancanza di respiro durante il sonno

Sono diverse le patologie che possono alterare la normale respirazione fisiologica di un individuo nel corso del riposo notturno, alcune di queste sono conseguenti a una malattia bronchiale o polmonare, altre, invece, secondarie a un problema extra-polmonare.

Le apnee notturne sono disturbi respiratori che si verificano durante il sonno e sono i disturbi di mancanza di respiro più comuni. Esse si dividono in due categorie: l’apnea da sonno centrale e l’apnea da sonno ostruttiva. In generale le apnee notturne sono spesso associate a malattie croniche come ipertensione, aritmie, insufficienza cardiaca, ictus, diabete, reflusso gastro-esofageo e ipotiroidismo.

L’apnea centrale del sonno prevede un’alterazione dello stimolo a respirare, in assenza però di un’ostruzione delle vie aeree. Si tratta quindi di una mancanza di respiro dettata dal cervello.

L’apnea da sonno ostruttiva, al contrario di quella centrale, si verifica quando avviene una chiusura parziale o completa delle vie aeree superiori durante il sonno, che porta ad un’interruzione respiratoria (periodo di apnea di alcuni secondi). Ciò comporta una riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue, oltre ad una ridotta quantità o qualità del sonno.

L’apnea centrale è solitamente asintomatica ma, al risveglio, i pazienti possono presentare sonnolenza diurna e cefalea mattutina mentre quella ostruttiva provoca diversi disturbi che possono verificarsi durante il sonno, al risveglio o durante il giorno. L’interruzione della regolare attività respiratoria di una persona quando dorme provoca sonno agitato, risvegli improvvisi con senso di soffocamento e russamento spesso interrotto da pause di silenzio e da respiro affannoso e tutto ciò causa un’interruzione del ciclo del sonno funzionale a far rigenerare il corpo e la mente. Gli effetti durante la giornata possono essere rappresentati da agitazione, affaticamento, difficoltà di concentrazione, sensazione di non aver riposato bene, calo di interesse nei confronti del sesso, cefalea mattutina ed eccessiva sonnolenza diurna.

Nel lungo termine, le apnee notturne possono portare allo sviluppo di ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, insufficienza respiratoria e disturbi metabolici.

Le possibili cause

Le apnee centrali sono solite manifestarsi in pazienti affetti da scompenso cardiaco congestizio, lesioni a livello centrale o malattie neuromuscolari, come la distrofia muscolare e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Mentre i fattori di rischio per quanto riguarda le apnee ostruttive sono l’obesità, lo stato post-menopausale, l’invecchiamento e l’assunzione di alcol o sedativi. Anche anomalie anatomiche che comportano un’ostruzione delle prime vie aeree (a livello di naso, bocca o gola), come ad esempio deviazione del setto nasale e tonsille o adenoidi ipertrofiche possono causare apnee.

Perché è importante avere un parere medico

La mancanza di respiro durante il sonno può essere di difficile identificazione, di conseguenza se si soffre di alcuni dei sintomi tipici di tale mancanza (come per esempio sonnolenza diurna) è importante avere un parere medico per individuare il tipo di mancanza di sonno di cui si soffre e quali sono le cause, che come abbiamo visto possono essere extra-respiratorie. A volte alcuni accorgimenti al proprio stile di vita possono risolvere queste problematiche, mentre in altri casi è necessaria una terapia medica più delineata.

In generale la diagnosi è formulata in base a criteri sintomatici e studi del sonno (polisonnografia e poligrafia respiratoria). Il trattamento è diretto prima al controllo dei fattori di rischio, poi alle apnee notturne. Lo scopo è quello di ridurre gli episodi di ipossia e la frammentazione del sonno.

Il trattamento specifico per le apnee prevede l’applicazione di una pressione positiva continua a livello delle vie aeree in modo che le stesse non collassino durante il sonno (CPAP), apparecchi orali e la chirurgia delle vie aeree (in caso di alterazioni anatomiche o di malattia intrattabile).

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