Iperacusia, consigli e rimedi per l’ipersensibilità ai rumori durante il sonno

Per iperacusia si intende un disturbo del sistema uditivo caratterizzato da un’ipersensibilità ed un’intolleranza ai suoni (talvolta ristrette a certe frequenze, più spesso estese a tutti i suoni). Si tratta di una patologia provocata da un’alterazione cerebrale nell’elaborazione dei suoni: il soggetto iperacusico, pur avendo un udito normale, percepisce i suoni come acuti e più forti. Di conseguenza, anche rumori quotidiani o ambientali causano fastidi.

Questa patologia può interessare individui di qualsiasi età, compresi i bambini. I sintomi possono essere diversi, ma tra le reazioni più comuni troviamo senso d’ansia crescente, pianto, panico, malumore, bisogno di coprirsi le orecchie, bisogno di lasciare la stanza o luogo in cui ci si trova e dolore (nei casi più gravi di iperacusia).

Ad oggi non esiste ancora una terapia specifica per combattere l’iperacusia; i medici tuttavia, nel corso delle loro prove sperimentali, si sono accorti che la cosiddetta terapia del suono (che consiste essenzialmente in una metodica esposizione progressiva a quei suoni considerati insopportabili), adottata per il trattamento degli acufeni, è in grado ridurre in maniera soddisfacente anche un certo grado di avversione e ipersensibilità acustica. Inoltre, si è scoperto che alcuni casi particolari di iperacusia beneficiano della cosiddetta terapia cognitivo-comportamentale.

Se durante il giorno queste sono le terapie più comuni, chi soffre di questa patologia non ne è di certo immune durante la notte, di conseguenza durante il sonno è probabile che ci si svegli più volte a causa dei rumori fastidiosi, effetto che si ripercuote sulla qualità del sonno, in quanto durante la notte si completano circa 4 cicli circadiani che permettono al corpo e alla mente di rigenerarsi, e l’interruzione di questi con microrisvegli porta a uno sballamento di questo processo di rigenerazione per poi svegliarsi con una sensazione di stanchezza nonostante le ore passate a dormire.

Per evitare, o quantomeno, ridurre la possibilità di microrisvegli durante il sonno: si sconsiglia innanzitutto l’utilizzo di tappi per le orecchie, che in un primo momento potrebbero essere la soluzione più ovvia ma in realtà il silenzio (creato dai tappi) amplifica ulteriormente i suoni: invece di ridurre la sensibilità, l’uso di tappi per le orecchie può aumentare l’intensità dei suoni e provocare un disagio maggiore.

La terapia del suono si può anche applicare durante il sonno. È scientificamente provato che il nostro cervello non si spegne mai (ecco perché, per esempio, anche durante la notte si rimane in ogni caso sensibili, o ipersensibili ai suoni), di conseguenza è possibile sfruttare il sonno per effettuare una terapia desensibilizzante con rumori bianchi.

Con rumori bianchi (white sounds) tecnicamente si intende “un suono di ampiezza costante in tutta la sua gamma di frequenze udibili, ovvero la somma di tutti i suoni, per questo motivo in analogia con il colore bianco, che è il colore somma di tutti gli altri.”

Il rumore bianco ha la capacità di annullare tutti gli altri rumori, il cosiddetto effetto sound masking: le frequenze di rumori “incostanti” come quelli del traffico o di una porta sbattuta vengono quindi “mascherati” dai rumori bianchi e il nostro cervello non li nota più.

La terapia del suono durante il sonno consiste quindi nel sottoporsi ad un leggero suono piacevole, senza auricolari dato che l’obiettivo è di inserirlo tra i rumori dell’ambiente. Durante il sonno il cervello apprenderà che i suoni di questa intensità non sono pericolosi. Il volume del suono dovrà essere aumentato lentamente, fino a quando non sarà più fastidioso.

La diagnosi stessa dell’iperacusia, come la sua cura, non è semplice per i medici in quanto si devono basare per lo più sulle risposte del paziente nonostante l’aiuto di test audiometrici, ciò nonostante, una volta diagnosticata la patologia, il percorso terapeutico sia diurno che notturno sarà stabilito in base all’intensità del disturbo.

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